Vaccini antinfluenzali e anti-Covid: le differenze
Si avvicina l’autunno e, con esso, i malanni di stagione, tra cui le classiche influenze stagionali, a cui si somma il Covid-19 che, come ben sappiamo, diventa più aggressivo e pericoloso quando le temperature si abbassano.
Per contrastare tali disturbi e prevenirne le conseguenze, i ricercatori hanno sviluppato diversi vaccini che andiamo ad analizzare in questo articolo, cercando di comprendere quando vanno fatti e in quali casi e condizione di salute sono necessari.
I vaccini antinfluenzali
I vaccini influenzali sono noti come trivalenti, in quanto li si formula con tre tipi di virus. Questi vengono selezionati e studiati ogni anno, con lo scopo di notare le eventuali mutazioni genetiche e la loro diffusione.
I virus che si trovano “indeboliti” nei vaccini sono scelti tra quelli isolati nell’anno precedente e, combattendoli, il corpo genera gli anticorpi per difendersi in caso di contatto futuro. Questi tipi di vaccini salvano diverse vite umane ogni anno, nonostante la possibilità che i virus stessi mutino.
Il vaccino antinfluenzale andrebbe somministrato ai pazienti più a rischio, quali:
- i piccoli da 0 a 6 anni, per proteggere anche i parenti più anziani e gli insegnanti;
- chi ha superato i 65 anni;
- chi soffre di disturbi cardiocircolatori o respiratori come bronchite e asma
- chi soffre di diabete e/o disturbi neurologici.
I vaccini anti-Covid
Il Ministero della Salute ha fornito le indicazioni per la somministrazione della cosiddetta quarta dose, già raccomandata lo scorso luglio per i pazienti a partire dai 60 anni e per gli individui fragili di ogni età.
Oggi la vaccinazione si basa su due formulazioni bivalenti di vaccini a mRNA (Moderna e Pfizer), che amplificano la protezione immunitaria contro le nuove varianti del virus. Si tratta di vaccini che sfruttano lo stesso meccanismo d’azione a mRNA dei vaccini già utilizzati, ma aggiornati contro le varianti del virus più diffuse negli ultimi tempi.
I due vaccini bivalenti sono raccomandati:
- alle persone con più di 60 anni di età;
- agli ospiti e agli operatori delle strutture residenziali;
- alle donne in gravidanza, previo consulto medico;
- alle persone fragili a causa di patologie concomitanti/preesistenti;
- agli operatori sanitari;
- alle persone con risposta immunitaria compromessa.
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